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LE ORIGINI DEL NOME GHELLER

Origini della Famiglia Gheller L’origine del cognome è legato al nome di Gallio, da cui proviene il capostipite Giacomino fu Nicolò. Negli antichi documenti si parla infatti dei Gheller “Illorum de Gallio” (quelli di Gallio) dove sembra abbiano avuto il cognome di Girardi.
La prima testimonianza scritta appare nel 1527 dove si rileva che “Giacomino fu Nicolò Girardi di Gallio” è iscritto da tempo nel Comune di Foza e può partecipare alle assemblee dei capifamiglia.
A Foza i Gheller si stabilirono nel luogo che prese il loro stesso cognome e nel Seicento divenne uno dei colonnelli del Comune di Foza; nel Settecento risulta unito al colonnello di Gavelle; quindi a quello della Piazza con il nome di Crumi o Cruni.
I Gheller sono descritti nei documenti come uomini intraprendenti e robusti, con le caratteristiche delle popolazioni del nord da cui secondo gli studiosi traggono origine. Risultano essere una famiglia molto prolifica, tanto che agli inizi dell’Ottocento i Gheller sono presenti in otto contrade. Dal 1500 al 1700 i Gheller hanno incarichi di un certo rilievo nell’Amministrazione comunale di Foza. Antonio Gheller, figlio del capostipite Giacomino e divenuto cittadino di Foza il 3 febbraio 1568, è investito dell’importante carica di sindaco e di decano, alternativamente dal 1572 al 1576 e dal 1578 al 1582.
Anche il fratello Domenico nel 1530 aveva svolto il ruolo di consigliere nelle assemblee del Comune.
ella Vicinia generale dei capifamiglia del 24 maggio 1609 viene nominato consigliere Piero di Cristian Gheller. L’importante incarico di Decano viene conferito ancora ad un Gheller, a Cristian fu Antonio, che presiede la Convicinia dell’8 giugno 1653 (stipula l’accordo per il nuovo presbiterio della chiesa ed ha l’incarico di controllare le strade per Valstagna, per Enego e quella che dalla Valpiana proseguiva verso Gallio).
Il 30 giugno 1748 Cristian Gheller insieme a Giambattista Oro, consiglieri comunali, sono incaricati di andare a Venezia e presentarsi al Doge per “definire positivamente le accuse contro la comunità di Valstagna, Gallio ed Enego” e risolvere la questione confinaria che però si trascinò ancora per molti anni.
La pastorizia a Foza era una delle attività prevalenti e i suoi abitanti, quindi anche i Gheller. Da un documento del 1530 risulta che Domenico figlio di Giacomino Gheller fa il pastore. Possiede molte pecore, sembra un centinaio; possiede campi, boschi e prati e, oltre ad allevare pecore, svolge anche l’attività di mercante, commerciando questi animali e i prodotti che ne derivano: carni, pelli, sale, formaggi e lana. Nel 1567 gli succede il figlio Zamaria, anche lui pastore, iscritto nelle liste del Comune, come pure lo zio Antonio che ricopre cariche pubbliche e continua ad allevare pecore, diventando anche estimatore di queste e di bestiame di grosso calibro. A volte tra pastori e proprietari terrieri sorgevano delle controversie. Pasquale Gheller ed altri, intorno al 1718, si dichiarano molestati dalle popolazioni che impediscono il pascolo e nel 1738 si troveranno contrastati al ritorno dalla pianura addirittura dalla popolazione locale.
Un duro colpo per i pastori arrivò nel 1854 con l’abolizione definitiva del pensionatici e il ritiro di tutti i permessi delle “poste” (transumanza). Con il lento cambiamento delle abitudini di vita verso un’esistenza più legata alla casa e alla famiglia ed un evidente aumento demografico sorsero nuovi problemi di carattere economico e sociale che diedero origine al fenomeno dell’emigrazione.
In tempi difficili e come molte altre famiglie, i Gheller dovettero abbandonare il loro paese e cercar altrove fortuna, stabilendosi in alcune province del Veneto (Vicenza e Treviso) e in altre regioni d’Italia, ma anche all’estero.
Verso il 1870 gli uomini di Foza si spingono di preferenza in Germania, in Austria o nella Svizzera, favoriti dalla conoscenza del loro dialetto tedesco (il cimbro), nei paesi della penisola balcanica e più raramente in Francia. Si trattò di un’emigrazione temporanea, ma alla fine dell’800 prese un certo sviluppo l’emigrazione permanente verso alcuni Paesi dell’Europa (Belgio e Francia), gli Stati dell’America Latina (Argentina, Brasile, Colombia, Venezuela) e il resto del Mondo (Australia).






Tra i personaggi del Novecento legati alla Famiglia Gheller è da ricordare la figura di Giuseppe Gheller, responsabile dell’impresa edile che costruì l’attuale chiesa parrocchiale “in stile lombardo antico” su progetto dell’arch. Annibale Zucchini di Ferrara. I lavori, iniziati nella primavera del 1925, furono conclusi nel 1926. E’ parente di quel Giacomo Gheller che nel 1896 chiese ed ottenne dal Comune la licenza di scavare sassi e sabbia. Nel 1925 vennero affidati alla ditta Giovanni Maria Gheller di Marco di Foza i lavori di ripristino dell’oratorio di San Rocco, distrutto dalla guerra.



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Last Updated 20/06/2016